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23 agosto, 2008

Guida Galattica per Concertisti Premio Caruso 2008 - Concerto Tributo ai Beatles

(ovvero, la persona sbagliata al momento giusto)(ovvero, come perdere molti minuti della propria vita guardando quello che non si dovrebbe guardare)(ovvero, perché non sono andato a letto)(ovvero come farsi del male da solo)(ovvero, alle volte dovrei ascoltarmi e starmene zitto)

Piccolo resoconto del tributo ai Beatles, che ho visto su Rai 1.
Ok, non avevo un cazzo da fare e a voi non ve ne frega un cazzo, ma lo scrivo lo stesso!
Premetto che ho visto, credo, da metà dello spettacolo in poi.
La cosa che si nota subito è l'abuso di sonniferi da parte dei cantanti.
Tant'è che stavo pensando di essere in un sogno: sapete quando gli altri parlano e si sente tutto ovattato, ma qualcosa stava per rompere l'equilibrio...
Ad un certo punto Dolcenera, pensando che domani dovrà vedersi allo specchio senza trucco, alza la voce e canta Boy Carry That Weight: il che aveva un qualcosa di soprannaturale.
Ad un certo punto dello spettacolo si alza per danzare o meglio dire per trotterellare e... come cazzo è vestita!
Franz di Cioccio!
Lui ci salverà, ha militato nella grande Premiata Forneria Marconi forse porterà un po' di vita! Macché si limita a cantare decentemente e fare qualche cavolata dietro le pelli, direi quasi niente.
Adesso è assieme alle Vibrazioni che canta Get Back. Ecco che arriva il cantante delle Vibrazioni direttamente dalla piscina appena vestito con camicia aperta e inevitabili peli che urlano: "Per Dio coprici! Almeno noi abbiamo rispetto!".
Un sempre più rincoglionito Donovan, canta le canzoni "folk" dei Beatles: Blackbird, Dear Prudence, Norwegian Wood. In bocca a lui tutte quelle canzoni erano uguali. Pensando: "Cacchio una volta ha tirato fuori dei gioiellini di canzoni, adesso però fai decentemente cagare". O almeno così è il mio parere dopo averlo visto ultimamente. Poi, sempre Donovan, alla chitarra iniziava un arpeggio e lo fermava. Ma cazzo! Vai avanti, per Dio!
I sottotitoli avevano l'Alzheimer visto che venivano e andavano quando si ricordavano.
Il gioiello della serata una frase di Dolcenera, che commentando Fool on the hill, se ne esce con "...farci percorrere la stessa domanda". Una perla! Proprio una peerla!
I Marlene Kuntz che suonano Come Together. Ad un certo punto il cantante sembrava avesse la diarrea fulminante. Una goduria... Mi sento una persona nuova!
Un pubblico lobotomizzato e composto da mummie viventi applaude quando vuole... e quando dico "quando vuole" dico quando lo vuole il regista e, fanculo se l'applauso è in mezzo al medley o copre buona parte dell'introduzione.
ALBERTO FORTIS! ADESSO VOGLIO SAPERE, CHI CAZZO L'HA CHIAMATO! Fidatevi: Strawberry Fields (una delle mie preferite) come la canta lui non la canta nessun altro.
Skin, canta Here Come The Sun. Notizia ufficiale: grazie a lei il sole in Italia non lo rivedremo più.
Sorvoliamo la pronuncia inglese di molti artisti: vabbé non è la nostra lingua madre, però riusciamo a farla diventare almeno conoscente. Clamorosa poi quella di Piero Pelù. Ad un certo punto ho pensato: "ma ha creato un nuovo testo per Revolution?"
Altro gioiello: mentre Morgan canta A Day in the life durante lo stacco "casinista" di archi la telecamera simula goffamente uno scossone. Ho pensato: "evvai un terremoto e adesso restano tutti secchi. Dai che questa volta ci siamo!". Poi qualcosa di sconvolgente, che mai avrei pensato, riporta tutto a livelli più che decenti anzi altissimi, anzi alterrimi e cioè... aspetta ma c'è ginnastica ritmica su Rai due. Figata la guardo!

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